Trailaghi Classic

Trailaghi Classic, 26,50 km, 1120 m D+

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Trailaghi Classic si adegua alla nuova sede di Partenza/Arrivo, in Piazza Ombre, nel centro di Chiaverano. Il percorso, spesso da noi chiamato anche come “Anello Basso”, è in comune con il primo tratto di Trailaghi XL, gara che però parte con un orario differente (un’ora e mezza prima).

Partenza ed Anello dell’Albagna
A fronte della partenza, si svolta a destra per salire alla Chiesa Parrocchiale dalla rampa ciottolata, aggirando la collina che sovrasta il centro di Chiaverano, per ridiscendere immediatamente sul corso centrale (Corso C. Zuffo) per ritornare nei pressi di Piazza Ombre. Sul corso centrale, si prosegue dritti, su Via Montalto Dora, e si lascia il paese, per effettuare il periplo del Monte Albagna. Si esce dal centro abitato fino al segnavia dello stagno della Snejra, dove si trova il primo tratto sterrato. La gara prosegue aggirando il Monte Albagna da nord verso ovest, dapprima lungo un largo sterrato, per svoltare poi su un bel single track che sfocia sul tratto asfaltato che, in buona salita, porta al roccione dell’Albagna. Si scavalca la sommità del roccione e si inizia una breve discesa che bisognerà abbandonare dopo un centinaio di metri, per prendere un sentiero che, in lieve salita, porta sul versante meridionale del Monte Albagna. Si ricomincia quindi nuovamente a scendere e, sempre dopo pochi metri, con un’altra svolta a sinistra, si procede dalle pendici sud a quelle ad est del Monte Albagna, su tratto in saliscendi, che poi diventa discesa pura, una volta ad est della collina. Terminata la discesa, il sentiero procede nuovamente con saliscendi continui fino a ritornare nell’abitato di Chiaverano, in Regione Cascine Mego. Qui il tracciato ripercorre il tratto di Via Montalto Dora (S.P. 75) in senso inverso a quanto percorso precedentemente. Si ritorna, su asfalto, quindi verso Chiaverano ma, prima di rientrare nel corso centrale, si dovrà svoltare a sinistra, su Via Bienca, per uscire nuovamente dall’abitato di Chiaverano.

Salita del Mulinet
Allo “stop” di Via Bienca (S.P. 74), si procede per un centinaio scarso di metri e si attraversa a sinistra, per imboccare un breve vialetto che porta ad una piccola frazione. A pochi metri dal primo cancello, si svolta a destra su un sentiero riaperto da poco. Attualmente ci sono ancora da terminare i lavori di pulizia ed il percorso prevede il passaggio su di un tappeto di rovi, lungo una cinquantina di metri. Il sentiero riprende quindi ben visibili tra antichi manufatti e, talvolta su fondo poco agevole, e con pendenza interessante, si inerpica fino sulla sommità della collina che domina il Mulinet (come è chiamato il mulino che ospita il locale Panigaccio).

Anello del Montresco
Giunti alla sommità della salita del Mulinet, ci si immette in un largo sterrato, che si imbocca svoltando a destra e si prosegue sul culmine della collina, per poi ridiscendere in zona Montresco, sull’ampia strada sterrata dell’Anello del Montresco. Una volta raggiunta quest’ultima, si svolta a sinistra e si prosegue sulla strada principale, fino ad un evidente bivio. Tenere la sinistra e proseguire per un centinaio di metri, per svoltare a destra (segnavia n. 19 – se non divelto!), sul vecchio percorso di Trailaghi, imboccando il bel sentiero che transita lungo la base del pendio orientale del Margut, e che poi lo aggira lungo il versante di nord est. Una volta immessi su di un evidente tratturo, inizia un tratto di discesa veloce, che termina in un breve tratto pianeggiante. Altra rimonta, con finale erto, poco dopo aver tenuto la sinistra ad un grande bivio, e nuovo tratto veloce su terreno morbido in lieve discesa, che diventa più ripida quando il percorso ritorna sull’Anello del Montresco. Svolta a sinistra, pochi metri e nuova svolta a destra, sul percorso dell’Ivrea-Mombarone.

Maresco di Bienca ed Anello del sentiero Panorama
Sul percorso dell’Ivrea-Mombarone, dapprima in lieve salita, si prosegue fino a superare un piccolo torrentello su di un ponte di terra e si raggiunge il largo sterrato che porta al Maresco di Bienca, svoltando a sinistra. Si aggira il Maresco lungo il suo confine settentrionale raggiungendo l’asfalto nei pressi di Tomalino, frazione di Bienca (frazione di Chiaverano). Si prosegue su di un ripido tratto ciottolato tenendo la sinistra in uscita dall’agglomerato di Tomalino, per abbandonarlo subito con una svolta a destra, su di un tratto di sentiero dapprima poco evidente e che, in seguito, aggirando proprietà private e muri a secco, porta nei pressi del Campo Sportivo di Bienca.
Il percorso prevede un primo attraversamento della S.P. 74, per immettersi nel grande sterrato alla sinistra della Pizzeria l’Orsa. Si prosegue in salita, per un paio di chilometri circa, su pendenze molto dolci e, qualche centinaio di metri prima del Pra’d San Peru, si lascia l’ampio sterrato (che proseguirebbe verso il Paratore), per deviare a sinistra, in discesa. Qui il sentiero riprende ad alternare discese a brevi salitelle, ampi spazi panoramici (Biò, Borgofranco e la Valle della Dora Baltea) a tratti di bosco di querce e di radure. L’Anello del sentiero Panorama termina nuovamente sull’asfalto della S.P. 74, che si attraversa pochi metri ad ovest rispetto al primo attraversamento.

Direttrice Campagnetta – Lago Nero
Riattraversata la S.P. 74 il percorso si immette su di un breve single track, molto bello, che termina in una caratteristica strettoia tra due muretti, incrociando l’ampio tratturo che sale da Tomalino. All’incrocio, svoltare a destra in direzione del B&B “La Campagnetta”. Giunti alla struttura ricettiva, si aggira lasciandola alla propria sinistra. Al bivio antistante l’ingresso della Campagnetta, tenere la destra fino a quasi raggiungere la S.P. 74 e proseguire di fianco alla strada provinciale per un breve tratto. Improvvisamente compare un segnavia che invita a prendere una ripida salita sulla destra. L’evidente rimonta termina su un sentiero che prosegue dapprima in piano, a mezzacosta, e poi in discesa decisa, nuovamente in direzione della S.P. 74. Pochi metri prima dell’asfalto si svolta a sinistra sul percorso della “5 Laghi”, che si seguirà per un breve tratto. Altra svolta a sinistra e lungo mezzacosta ad ovest delle pendici del Montesino. Questo tratto alterna piacevoli zone di sentiero terroso a tratti di pietrisco irregolari poco agevoli. Una volta raggiunta una solitaria panchina (punto panoramico sul Lago Nero e Cavallaria), rimane da percorrere un breve tratto poco agevole, in discesa, fino a raggiungere l’asfalto (svolta a destra) che permette di arrivare nei pressi della Casa del Pescatore, lungo le rive del Lago Nero.

Dal Lago Nero al Maggio, via Roc Tupin
Sempre tenendo la sinistra, si prosegue lungo la riva nord nord-ovest e poi ovest del Lago Nero. Con percorso asciutto, questo è un tratto piacevolmente molto corribile. Al bivio per Biò e Maresco di Montalto Dora, tenere sempre la sinistra lungo la riva del Lago Nero, fino ad un bivio poco evidente, dove si deve seguire il tratto di salita che improvvisamente diventa ripido. Continuare quindi su salita più facile, fino a raggiungere quasi al compimento del periplo del lago. Pochi metri prima della sua chiusura, si trova un altro bivio, da imboccare a destra. Inizia un tratto quindi molto ripido fatto di un paio di strappi impegnativi e che culmineranno esattamente sul crinale del Maggio. Raggiunto l’ampio sterrato, proseguire in direzione sud (Montalto Dora) su vistosa traccia, fatta eccezione la breve deviazione (a destra) per aggirare il dente roccioso del Roc Tupin, punto panoramico che si erge 150 metri circa sopra il Lago Nero, dominato a monte della Serra, Andrate ed il Mombarone. Superato un breve tratto “a quattro arti motrici”, il percorso ritorna sulla dorsale principale della collina, fino al Maggio, caratteristica raduna che offre una vista superlativa sul Castello di Montalto Dora.

Maggio, Lago Pistono ed Anello della Bacciana
Neanche il tempo per godere del panorama del Maggio e lo sterrato precipita in forte discesa, su fondo terroso per interrompersi bruscamente ad un vicino bivio, con svolta a destra, che immette idealmente in direzione del Castello di Montalto, affiancando un rudere in pericolo di crollo. Il sentiero riprende a scendere per immettersi su di una larga carrareccia che, in decisa discesa, punta all’ampio ciottolato di Strada delle Vigne. Arrivata ad essa, svoltare a destra e proseguire in direzione dell’area pic-nic degli Alpini, pochi metri oltre alla quale si dovrà svoltare a sinistra (è sempre “Strada delle Vigne”), dove si riprende dolcemente a salire, fino a raggiungere ad un passaggio stretto e scuro, tra alti muri in pietra. Tratto in discesa fino a giungere alla diga del Lago Pistono, quindi salire nuovamente, lasciando una costruzione in pietre e cemento sulla propria destra immettendosi quindi all’altezza di un tornante sulla strada asfaltata. Continuare in salita su asfalto, in Regione Montaragna (percorso di prova – aperto al pubblico tutto l’anno), quindi sempre a mezzacosta fino alla chiesetta di Santa Croce, di fronte alla quale, svoltare a sinistra e scendere in direzione del Lago Pistono. Superata un’area molto umida il percorso segue la riva sabbiosa del lago fino a ritrovare nuovamente la salita che riporta all’Anello della Bacciana all’altezza di un cancello a fianco di un alto muro di cinta in pietre.

Anello della Bacciana e ritorno al Lago Pistono
In questo punto il percorso non prevede più il passaggio-aggiramento dello stagno del Riazolo, in quanto il fondo del valloncello nascosto è stato chiuso da una cinta privata, che interrompe il sentiero, impendendo il passaggio sulla riva opposta. Quindi, emergendo dalla salita del Lago Pistono a cui facevamo rifermento in precedenza, si prosegue sull’ampio e classicissimo Anello della Bacciana, che si seguirà fedelmente fino a sovrapporsi al percorso dell’Ivrea-Mombarone. Arrivati all’evidente cappella votiva, si lascia il percorso dell’Ivrea-Mombarone e si prosegue a sinistra, in discesa fino al bivio per la “Palestra di Roccia”, entrando, di fatto nell’Anello del Lago Pistono. Superata la “Palestra di roccia”, il sentiero torna a scendere e, con un paio di svolte a destra, prende in direzione nord-ovest, fino a raggiungere l’ampia radura dove sorge il ristorante “La Monella”. Si passa l’ampio parcheggio del ristorante e si imbocca lo sterrato, che scende al ponte sulla sponda nord del Lago Pistono. Qui si trova nuovamente asfalto: si percorre interamente il ponte e si prosegue sempre su asfalto (non si svolta più a destra sotto il muro del glicine), per Regione Fiandra. La strada torna a salire, fino ad uno stop: svoltare a destra e continuare in leggera salita e percorrere dunque un tratto in piano, molto tortuoso, in Regione Fiandella. Proseguire fino al termine dell’asfalto, fino al bivio per il Lago Nero, dove però occorre tenere la destra.

Fiandella-Regione Putto e Montesino
Lasciato l’asfalto in Regione Fiandella, si prosegue per lievi saliscendi in direzione della salita del Putto, tratto famigerato, perchè presenta pendenze sostenute su strada in ciottoli sempre un po’ viscidi. Dopo un paio di tornanti si affianca, nel suo tratto più ripido, la Cascina Putto e, una volta oltrepassata, dopo una curva a gomito verso destra, si raggiunge l’unico cancello orario per Trailaghi Classic: il bivio per il Montesino (blocco dopo 3 ore e 30 minuti di corsa, 19.75 km). Quindi, al bivio-cancello, tenere la sinistra, su di un sentiero che ben presto si impenna, e che si arrampica lungo il versante meridionale del Montesino. La risalita è significativa, perchè dopo un brevissimo tratto di tregua, giunti ad uno pseudo-colle, la seconda metà della rampa assume pendenze misurate intorno al 45%, terminate le quali ci si avvicina alla vetta del Montesino, quota 514 mt. “Cima Coppi” del Trailaghi Classic. La vetta del Montesino si traversa da sud verso nord e, una volta iniziata la discesa, il sentiero vira verso est, sotto ad una condotta elettrica. Dopo un passaggio molto tecnico (corda fissa presente), su di un tratto di roccia poco agevole, si guadagna ben presto la base della collina e quindi, su terreno più facile e morbido, con svolta a destra, ci si immette sul sentiero proveniente dalla Campagnetta (Trofeo Margut), in direzione del Ponte della Gaietta.

Ponte della Gaietta, Margut e Monte della Balarina (Pietra Spaccata)
Il Ponte della Gaietta è il vero crocevia di tutte le gare podistiche dell’eporediese, oltre che transito di 3 dei nostri 4 percorsi. Oltre il Ponte della Gaietta, il finale dell’ “Anello Basso” o Trailaghi Classic, è decisamente pirotecnico. Dal Ponte della Gaietta si ignorano tutti i sentieri principali e si prosegue dal punto ove si proviene, in linea retta, direzione nord-sud. Inizia la prima delle tre balze in salita che porteranno alla traversata integrale nord-sud del Monte Margut. La prima salita è la più lunga, e viene interrotta da un brevissimo tratto in discesa, che introduce ad un tratto molto corto ma assai impegnativo: è la seconda rampetta, corta ma velenosa. Quindi si prosegue nuovamente tra brevissime discese e tratti pianeggianti tra radure e fitto bosco, fino ad incrociare, salendo, dopo una svolta a destra, un tratturo largo, con pendenze importanti fino a raggiungere la sommità, una radura tra roccioni e pochi alberi che determina la vetta del Monte Margut. Ora il sentiero inizia  scendere, dapprima docilmente, fino al cippo commemorativo di Daniele Vottero Reis e che, con una svolta immediatamente a destra, affronta un tratto di discesa molto tecnica ed impegnativa. Appena oltre un tratto con rada vegetazione dove il sentiero è poco visibile: ometti e legni segnavia sono presenti per indicare sommariamente il percorso. Dopo una decisa svolta a sinistra, che introduce ad un tratto più ripido di discesa, dapprima fuori dal bosco, quindi, ancora in modo più impervio, a ridosso di piccole querce, si giunge, con un’altra svolta a sinistra, nel piano dello Stagno della Pujetta. Il sentiero ne segue il periplo tenendosi sulla sinistra (nord), quindi occorrerà saltare una grande pianta caduta (dicembre 2017, al momento ancora da rimuovere) per terminare definitivamente la discesa del Margut, e raccordarsi sul percorso della “Curnis”.
Si torna nuovamente a salire, percorrendo l’impervio tratto del “roccione della Curnis” e si prosegue per mangia-e-bevi fino al bivio per il Monte della Balarina (Pietra Spaccata): tenere la destra al segnavia. Dopo un breve tratto pianeggiante, il sentiero torna a salire fino alla base dell’evidentissima cuspide rocciosa, ai piedi della quale si gira a sinistra, per scovare il giusto punto che permette di salire più agevolmente possibile in vetta. 20 metri di roccia pura su pendenze significative, portano alla sommità del Monte della Balarina, che si percorre quasi sul ciglio dell’evidente frattura rocciosa, fino a disarrampicarne in uscita (corda per agevolare la calata), sul lato opposto.

Monte della Balarina, sentiero Scalup e ritorno a Chiaverano
La discesa dal tavolato roccioso del Monte della Balarina avviene in due tratti ben distinti: dapprima una serie di rocce levigate che occorre attraversare in direzione sud-est e poi, su sentiero poco agevole con discesa tecnica, superando discrete pendenze, aggirando la parte bassa della collina verso est. Il tratto finale delle discesa avviene su terreno infido, spesso “sporcato” da quantità notevli di detriti e foglie, dove occorre prestare attenzione, essendo il terreno nascosto alla vista. Soltanto una volta arrivati in piano si può godere del sentiero morbido, che aggira la Torbiera di Chiaverano, fino a raccordare sul tratto pianeggiante del Sentiero Scalup. Proseguire a destra, dapprima su sentiero e dopo una “S” ben pronunciata, su tratto molto largo, affiancato da un grande muro di contenimento, sulla propria sinistra. In breve tempo si giunge fino ad una sbarra verde, oltre la quale lo sterrato prosegue per un centinaio di metri fino a giungere alla S.P. 75. Attraversarla e svoltare a sinistra, in lieve salita, quasi fino allo “Stop” con Via Bienca. Svolta su sterrato a destra, poi sinistra, su asfalto, e nuovamente a destra, su Via Bienca, che abbiamo già percorso in precedenza, ma in senso contrario.
Procedere quindi lungo Via Bienca in direzione del centro di Chiaverano, fino all’incrocio con Via Trompetto. Proseguire sempre in Via Trompetto, fino all’immissione su Corso Carlo Zuffo, svoltando a sinistra. Ora, nel corso principale di Chiaverano, è sufficiente percorrere un centinaio di metri per ritrovarsi in zona delle Partenze/Arrivi, di Piazza Ombre.

Aggiornamento dell’31 gennaio 2019


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